Lo avevo sentito prima di Natale, mi raccontava di sentirsi meglio, mi parlava di Napoli, della Sua città alla quale si sentiva particolarmente legato, di Ischia, di Capri dove aveva trascorso momenti bellissimi con ricordi indelebili. Mi diceva che avrebbe voluto tornarci ed io gli promettevo che l’avrei accompagnato.
Era cosciente della gravità delle sue condizioni di salute ma si sentiva fiducioso o almeno voleva esserlo!
Ho avuto la fortuna, e l’onore, di giocare spesso con Lui quando mi ritrovavo a Milano per lavoro. Dopo il torneo si andava a cena in un ristorante cinese ed era uno spasso sentire Bobo (Cambiaghi) che ordinava dal menù scimmiottando la lingua cinese e Lui che ammiccava compiaciuto.
Personaggio unico, dal carattere difficile e qualità tecniche eccezionali: dopo la prima carta conosceva già la distribuzione della mano e, ovviamente, come andava giocata o contro giocata!
Per questa amicizia genuina aveva accettato di giocare nella squadra della mia società sportiva, sopportando trasferte onerose e faticose per il piacere di ritrovarsi.
Bridgisticamente era avaro di insegnamenti ma solo perché anche le giocate più complesse per Lui erano scontate!
Se dovessi cercare un paragone con altri sport mi verrebbe da dire che il Suo stile di gioco univa l’eleganza di Pelè all’estro di Maradona!
Tra i tanti aneddoti che ne riportano le sfaccettature caratteriali, un amico comune, ottimo giocatore, mi raccontava di quando lamentandosi per una mano sfortunata si sentì replicare dall’Arturo “” si…in effetti hai ragione si è trattato di un mano sfortunata…. ma solo perché è toccata a te giocarla!!””
Ancora ieri, su di un quesito di bridge, una Sua sentenza era considerata inappellabile: non a caso veniva scherzosamente soprannominato la “cassazione”!
Mi dispiace non aver avuto occasione di salutarlo un’ultima volta ma, come sappiamo bene, la scomparsa di una persona cara non è mai un addio…. solo un arrivederci!
Buon viaggio, amico mio
Franco Fioretti